Perchè allevare?......LE (NOSTRE) RAGIONI PER RIPARARE LA GAMBA DI HELO

Abbiamo donato una coppia di cuccioli fratelli, HELO e ZUBE, al nostro caro amico Giuseppe dell’Alpe Sattal (www.alpesattal.com) Purtroppo il maschio è cresciuto con le gambe vaccine a tal punto da pensare di doverlo sopprimere perché non avrebbe potuto avere una vita normale.

 

Abbiamo trovato un ottimo veterinario ortopedico, il dott. Antonio Ferretti di Legnano, che l’ha operato alla gamba destra e già questa estate era potuto tornare con Zube all’Alpe Sattal, ma per avere una vita dignitosa Helo doveva essere operato anche all’altra gamba, cosa che in compartecipazione con Giuseppe abbiamo appena fatto, anche se sia l’operazione che la riabilitazione sono costate molto.

 

Difatti tra le due operazioni e la riabilitazione la spesa ha superato complessivamente oltre € 6.000,00, cosa che in un mondo con problemi ben peggiori può sembrare uno spreco, ma che per noi è invece un contributo per ripristinare un pezzettino d’equilibrio in un creato in cui tutte le creature meriterebbero la medesima attenzione.

 

Inoltre è anche, oltre che la condivisione per una passione rivolta ad una razza così generosa quali sono i pastori della Ciarplanina, la prova della nostra amicizia e compartecipazione al sogno di chi, Giuseppe il padrone di Helo, ha scelto una diversa forma di ascesi vivendo isolato in montagna, nel contempo aprendosi all’ospitalità,.

 

Le operazioni sono consistite nel tagliare l’osso e riallineare gli assi, nel caso della prima gamba, in un unico punto, ma nel  caso della seconda in tre punti, e poi fissarlo con delle placche di titanio e viti, che poi nel tempo gli saranno tolte. La complessità riteniamo sia più “meccanica” che non chirurgica.

 

Infatti incredibilmente immediatamente dopo l’operazione la gamba ha ripreso la sua funzionalità piena e le articolazioni, ma anche la deambulazione sono risultate come se non vi fosse mai stato la deformità ed i tempi di recupero sono brevissimi di giorno in giorno, se non di ora per ora, come potete vedere nelle foto.

 

La fase post operatoria per assurdo è stata singolarmente semplice, basata sull’immobilità assoluta (o quasi visto che con cani di questa mole è pressoché impossibile), una copertura antibiotica antidolorifici per pochi giorni, e sedativi (aimé molto costosi) giusto per ottenere l’immobilità di cui prima (anche perché, ciliegina sulla torta, ASI era andata in calore).

 

Vi chiederete se non sia stata una crudeltà sottoporre Helo a tanto dolore e cosa ne avrebbe pensato.

 

Stranamente i cani sono animali che sopportano molto bene e tra essi i Ciarplanina forse anche di più, ed in entrambi i casi già il giorno successivo l’operazione Helo era in piedi, ma cosa per noi ancor più rincuorante, sicuro e determinato nell’usare la nuova gamba per giocare con i fratelli (sic!).

 

Riguardo alle cause della deviazione ci sono solo ipotesi, ovviamente una predisposizione genetica è determinante, ma dopo aver rivisto le radiografie l’osso arcuato e flesso in più punti, siamo sempre più convinti che possa aver contribuito un’alimentazione non specifica per seguire la crescita tumultuosa in un soggetto destinato a diventare particolarmente grosso.

 

Ovviamente in natura un tale soggetto sarebbe stato destinato alla morte, ragione questa che dimostra che cani giganti di per se non ci sarebbero in assenza della selezione e del sostegno dell’uomo, per cui tutte le razze libere di riprodursi spontaneamente convergerebbero in poche forme e taglie mediane, intermedie tra quelle del lupo e quella dello sciacallo, adattate sulle caratteristiche ambientali.

 

Un sentito grazie alla bravura del dott. Antonio Ferretti di Legnano, che ci sentiamo di consigliare a chiunque avesse problemi ortopedici nei propri cani, anche per la schiettezza con cui effettua le diagnosi e valuta la necessità o meno degli interventi, condividendo con noi alcune considerazioni come quella sulla displasia od in genere sulle patologie ereditarie.

 

Ogni buon conto, tornando alle nostre ragioni per noi la rinuncia all’eutanasia di un cane nato fallato è la rinuncia e una forma di resistenza mentale all’egoismo

 

 

Le fasi post-operatorie di HELO

1° / 2°giorno: dopo l’operazione è visibile un piccolo edema al garretto, la tumefazione e il rossore della gamba.

 

 

3° /4° giorno: l’edema al garretto, la tumefazione e il rossore della gamba tendono a ridursi.

 

5° / 6° giorno: l’edema al garretto, la tumefazione e il rossore della gamba sono quasi scomparsi.

 

 

e...una bella stirata alla gambetta, ci voleva proprio!!!

 

PERCHE' ALLEVARE?

L'allevamento è una combinazione d'equilibrio tra metodo e fortuna ed ogni volta che, al pari di quando accade un incidente ad un nostro figlio si apre un dramma che ci pone degli interrogativi sul senso dell'esistenza, così accade quando succede qualcosa ad un nostro cane.

L'allevamento fatto assecondando e ricercando i processi evolutivi naturali, rinunciando agli estremismi dell'eugenetica, riconoscendo nelle specificità delle "razze" non dei primati, ma le capacità d'adattamento alle particolarità ambientali sociali, funzionali, aiuta la convivenza su questo pianeta.

Crediamo che l'allevamento sotto il profilo etico non sia scorretto e sia un diritto dell'uomo e delle specie animali che si sono accompagnati nell'evoluzione. Ogni cane che abbiamo ceduto ha confortato la vita di chi l'ha scelto, ha inventato felicità ai piccoli e dato sicurezza ai grandi.

Sotto il profilo filosofico l'allevamento non aggiunge delle risposte ai quesiti fondamentali sul perchè dell'esistenza, ma neppure si pone in contrasto, costringendoci anzi a tenere da conto che non siamo proiettati da soli nel viaggio verso il futuro, ma abbiamo dei fratelli minori di cui dobbiamo rispondere.

Le gambe ad x (valgismo) di Helo non gli permettono una vita normale all'Alpe Sattal e perché potesse ritornare a stare con Zube in montagna andava operato.

Lo abbiamo fatto visitare da diversi ortopedici, tra cui quelli dell’Università Veterinaria di Milano (VESPA), che ci hanno detto che la deformazione, molto probabilmente, è imputabile, in un individuo geneticamente predisposto e di taglia più grande dei suoi fratelli, alla combinazione tra una crescita molto rapida ed un peso eccessivo, conseguente alla sua voracità necessaria a sua volta a sostenere lo sviluppo.

Ciò ha fatto sì che nel punto dell'accrescimento dell'osso della tibia si è verificata una prima piega che poi è andata via via accentuandosi man mano che lui cresceva. Come con certe piante che se sbocciano troppo in fretta si piegano sotto il peso del fiore e che senza un tutore fino a che il fusto non si è consolidato rischiano, se non di spezzarsi, di crescere storte.

Se prese in tempo tra i 4 e 5 mesi a volte si riesce ad intervenire, ma ciò se le deformazioni avvengono nei punti di accrescimento (fisi). Nel suo caso è stato però un pò diverso sia perché la deformazione è avvenuta nel bel mezzo del fusto, sia perché si è evoluta velocemente nel mezzo dell'eccezionali nevicate che hanno isolato l'Alpe, impedendoci d'intervenire con la normale tempestività che sarebbe stata possibile se non fosse accaduto in montagna.

Helo non ha lussazioni o altre deformità patologiche o ereditarie, ha una generale infiammazione delle ossa comune a tutti i cuccioli in fase di crescita, per cui stiamo cercando di contenere il suo peso (con suo grande disappunto) e non forzarlo nel movimento, ma se vogliamo recuperarlo alla vita in montagna le ossa vanno riportate in asse.

Al di là delle nostre buone intenzioni a volte fattori minimi ci sfuggono e le cose evolvono in modo diverso da quanto ci attendiamo e non ci resta che rassegnarci, ma dal momento che fino all'ultimo se non c'è un inutile sofferenza non vogliamo neppure prendere in considerazione un destino diverso, e finché potremo, cercheremo di correggere il fato.

Il nostro punto di vista circa la displasia e le altre patologie congenite.

 

Ultimamente è capitato che i nuovi padroni dei cuccioli si siano allarmati per la possibilità che i loro amati possano essere affetti da displasia.

 

Non intendiamo negare l’evidenza della gravità di tale patologia e sottacere l’importanza di prevenirla anche attraverso la selezione dei riproduttori, ma pensiamo che ci sia un limite e vada ridimensionato l’allarmismo che si è diffuso, sia riguardo ad essa, che più in generale riguardo le patologie trasmissibili geneticamente.

 

In un articolo sulla rivista ufficiale dell’ENCI un veterinario e noto giudice tra i più bravi riguardo l’allenamento dei Jack Russel raccomandava la sottostante serie di esami preventivi sui genitori prima di procedere alla riproduzione “certificata”, esami quali quelli per diagnosticare precocemente la lussazione ricorrente della rotula, la necrosi asettica della testa del femore, le patologie oculari, la lussazione primaria del cristallino e la sordità.

 

Orbene ci chiediamo se tutto ciò abbia un senso. Ci spieghiamo meglio.

 

Lo stesso giudice, era stato il primo a valutare nel 93 il mio primo Jack-russel. All’epoca eravamo tra i primi ad allevarli in Italia, la razza era ufficialmente denominata Parson Jack-russel e comprendeva cani sia a gamba lunga che a gamba corta, ma senza quelle caratteristiche tipiche delle razze nane che ora contraddistinguono la maggior parte dei soggetti.

 

Tutti i Parson Jack-russel, essendo dei terrier da lavoro bassi o alti che fossero, erano funzionali al loro scopo di cacciatori di topi e nocivi, più simili a degli Jack-terrier bianchi che non ai Corgi della regina Elisabetta d’Inghilterra.

 

Di seguito al successo ottenuto tra il pubblico dei soggetti più bassi, perché maggiormente accattivanti e “comodi” da gestire nella vita domestica, sono stati selezionati soggetti di Parson Jack-russel sempre più bassi, creando in un tempo brevissimo due razze distinte, snaturando in quella nuova la funzione la primigenia e millenaria selezione utilitaristica tipica della specie.

 

Ovviamente ciò non ha riguardato solo questa razza ed è a quanto accaduto nell’arco degli ultimi 20 anni anche in molte altre razze, con la diffusione delle taglie toy, la cui unica funzione parrebbe essere quella, al limite dell’imbecillità, di poter esibire dei cani nelle borsette delle signore.

 

Va bene che la specie canina è gregaria a quella umana e l’accompagna nella sua evoluzione, ma per fortuna l’umanità non è formata da sole “sciure” annoiate e buona parte di essa si confronta quotidianamente con problemi molto più seri.

 

Ciò premesso è spontaneo chiedersi se sia corretto concentrarsi nella selezione genetica e prevenzione per ottenere soggetti biologicamente sani, ma dal dubbio scopo, piuttosto che tollerare e considerare la presenza delle patologie tra i fattori necessari alla preservazione delle caratteristiche della specie.

 

In una e-mail che abbiamo ricevuto dalla padrona di una cagnolina di una decina d'anni non imparentata con i nostri cani (mi pare di ricordare della linea del Monte Frondoso) parrebbe confermare quanto pensiamo circa la displasia.

 

Cioè che è una patologia che sicuramente ha una predisposizione genetica, ma che fondamentalmente è multifattoriale, dove l'allevamento è determinante perché si manifesti con effetti invalidanti.

 

Una patologia ora sopravvalutata perché da sempre è presente nei cani ma anche negli uomini, l'anca sbilenca, ma sconosciuta fintanto che non si presentava perché la vita degli animali era più breve e la diagnostica era meno approfondita.

 

Una patologia che non può essere ricondotta alla sola selezione delle razze (il Ciarplanina rispetto ad un pastore tedesco, setter, ecc.. è stato talmente poco selezionato che difficilmente potrebbe spiegarsi) per cui siamo critici circa gli interventi selettivi sulle fattrici e correttivi sui cuccioli.

 

Di seguito all’allarme di alcuni nuovi padroni, legittimamente giustificato sia chiaro, abbiamo fatto una visita ad ASI ed a suo figlio VUC e fatto valutare le lastre di sua figlia CLIO.

 

ASI a causa del parto (purtroppo siamo interventi troppo tardi con l'alimentazione, perchè non ci eravamo accorti che era incinta) ha subito una forte lussazione e deformazione della gamba sinistra, ma ha una displasia lievissima che (a rigore delle norme ENCI) non le impedirà di avere altre cucciolate.

 

VUC ha una displasia alla gamba destra al limite della necessità di essere operata (in alcune razze si opera, in altre no, nei Ciarplanina ?). Saranno i sui nuovi padroni a decidere.

 

Riguardo a CLIO il chirurgo ortopedico ha confermato la displasia e la sua opinione è che debba essere operata. La tecnica che indica come la più valida nella diagnosi precoce è la SINFISIODESI PUBICA GIOVANILE JPS. Le altre tecniche sono meno efficaci o sono correttivi necessari in caso di artrosi.

 

Sempre come il chirurgo ci ha detto, se viene operata nelle prime 19 settimane di vita le possibilità di successo sono dell’ 85%. Poi con il passare del tempo le possibilità decadono rapidamente. Come nel nostro caso nelle razze di taglia grande i tempi si allungano.

 

Però come ci siamo detti più volte anche lui conferma che non è detto che la displasia non regredisca con la crescita, nè una certezza che la cucciola crescendo peggiori o che la sviluppi con effetti invalidanti. 

 

Ci ha confermato che gli studi non considerano questa razza (nè molte altre poco numerose), nè questa tipologia di cani (pastori guardiani), si basa prevalentemente su razze di larga diffusione di taglia media o con un "architettura" molto particolare come Alani o Doghi, a parità di gradi di gravità si manifesta con effetti diversi per esempio tra pastori tedeschi e labrador. 

 

Ci conferma che oltre alla predisposizione eriditaria essendo multifattoriale contano l'alimentazione, il movimento, lo stile di vita, per cui comunque è essenziale tenere sotto controllo il peso. Contrariamente al nostro veterinario sostiene di alimentare i cuccioli con mangime standard per cuccioli e non con il PD perchè troppo proteico, e che comunque gli integratori a base di cozze verdi funzionano bene favorendo, oltre che il funzionamento delle articolazioni, il completamento delle cartilagini nei margini degli acetaboli. 

 

Noi per questi motivi, le esperienze e le testimonianze avute rimaniamo dell'opinione di dare corso alla natura. Un conto è la ricerca per migliorare le razze selezionando le linee migliori di sangue e migliorare le condizioni dell'allevamento ed un conto è l'eugenetica.

 

La nostra convinzione è che non si dovrebbe intervenire fintanto che la patologia non produce degli effetti invalidanti e che questi quando si manifestano debbano essere accettati e tenuti sotto controllo senza troppa ansietà, come per altro l'artrosi nei nostri vecchi, con qualche mezza Aspirinetta o Rimadyl.

 

La vera prevenzione pensiamo sia quella di offrire ai nostri cani una vita sana dando loro l'alimentazione ed una possibilità di movimento corretti che tengano conto della specificità delle razze.

 

Nella fattispecie il Ciarplanina è un cane con una crescita lenta, tant'è che le femmine arrivano alla maturità non prima di aver superato l'anno e i maschi due se non tre; nei loro paesi d'origine sono da tempo allevati con alimenti poco proteici, a base di cereali, che non favoriscono un accrescimento veloce. Per la loro funzione originaria non chiedono movimento, non essendo cani pastore conduttori, ma guardiani. 

 

Per cui vi raccomandiamo fino dall’inizio della loro crescita, cioè un anno per le femmine e due per i maschi, di alimentarli solo il necessario per tenerli leggeri, continuando con il PD e Puppy Hill’s o altro prodotto di qualità per cuccioli di razze grandi (Monge, Trainer, Royal Canin) in misura leggermente inferiore a quella riportata sulle confezioni (a memoria dovrebbero essere 400 gr., cioè un paio di bicchieri, suddivisi in due o tre volte al giorno), non dandogli integratori se non al massimo estratti di cozze verdi.

 

Vi invitiamo a non preoccuparvi se non se la sentono di camminare e comunque vi raccomandiamo assolutamente di non insistere prima dell'anno nel fargli fare a tutti costi del movimento. Una misura già ragionevole sarebbe un’uscita di un paio di ore una volta la settimana, assolutamente niente corse e salti (sono cani stanziali, non sono razze da agility).

 

Per loro natura i cani hanno tempi di recupero molto lenti, che vanno assecondati. Se tra un’uscita e l'altra sono svogliati, poco male. Se ciò vale per tutti per i Ciarplanina vale ancora di più e se anche nell'apprendimento vi sembrano tonti, vedrete che crescendo, con la maturità, vi sorprenderanno. 

 

Delle patologie che abbiamo conosciuto la displasia non è nè quella più diffusa, nè la più brutta. In ordine decrescente nei Ciarplanina abbiamo avuto cardiopatie, tumori e disturbi neurologici, ma in ogni caso anche per nostro interesse stiamo approfondendo l'argomento e vi terremo informati.

 

Monica e Giuseppe Brollo

Notizie

L' allevatore di Sar Planina Nebojša Stefanović.

23.02.2013 15:05
Inostri nuovi soggetti, ZEN e ASI, provengono da Trešnjevica (Serbia), dall'allevatore di Sar Planina Nebojša Stefanović. Per visitare il sito e contattarlo cliccate su: www.sarplaninac-kennel.tk

I video di Neboja Stefanovic

23.02.2013 14:57
www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=rc_sSAsBYN8   www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=wf-MSU4UoWc#!

un cane di grande sensibilià, che restituisce tutto l'affetto che riceve

23.02.2013 14:55
Sono capitata su un articolo bellissimo della signora Orietta Piazza, che personalmente non conosco, ma voglio riportare qui il link perchè, chi è interessato a questa razza, possa conoscerne un'esperienza di stretta vita in comune, descritta con grande affetto, sensibilità  e decisamente...

Tutti i video di Nebojsa sono al link:

www.youtube.com/user/blackstena86

3 luglio 2013 momento storico all'Alpe Sattal:

...certe volte ritornano!!!!!!!

www.facebook.com/groups/66287736368/